Le tre cose che si devono fare nella vita per essere “completi”, disse qualcuno (ora non mi ricordo chi) sono: fare un figlio, piantare un albero e scrivere un libro.
La cosa più ardua delle tre è sicuramente la terza. Non parlo della scrittura materiale di un libercolo che con un po’ di fantasia e nozioni elementari di ortografia, tutti più o meno sono in grado di farlo. Non si contano i libri usciti con auto pubblicazione per poi finire nelle case di parenti, amici e colleghi di lavoro, i quali non vedevano l’ora di leggere le gesta “incredibili” dell’autore.
Ogni scrittore pensa sempre che la propria vita sia così interessante e piena di aneddoti incredibili che non possa rimanere solo nella sua testa. Deve essere pubblicata. E così assistiamo all’invasione delle biografie, dei romanzi fantastici, dei racconti da “una storia vera” a raccolte di poesie improbabili funeste e ridicole, come quelle che mandai a “Viaggi di versi” (Poeti e Poesia) col falso nome di “Gabetti” da cui questo blog prese il nome. Per chi non avesse visto cosa successe, toglietevi pure la curiosità da questo link.
Ma anche ci vi scrive ha pensato la stessa cosa e su suggerimento di Alessandro Benvenuti che non ne poteva più di ascoltare i miei aneddoti strani mentre si viaggiava in tournée, mi disse spazientito: “Ma mettili tutti insieme e scrivici un libro no?” Non sapeva il povero regista, che di lì a poco, gli sarebbe arrivato davvero il libro che ho pubblicato con Officine editoriali e che chiamai “Le faremo sapere. Quindici anni di provini in giro per l’Italia”. L’ho auto pubblicato (gratis) pure su Booksprint edizioni e ilmiolibro.it da cui se volete potete acquistarlo a prezzi diversi a seconda delle edizioni e della copertina. Evitai con notevoli difficoltà l’editoria a pagamento che mi veniva sempre proposta.
Da questo racconto ad episodi, nacque anche uno spettacolo teatrale “Le faremo sapere” che andò in scena al teatro Agorà e al teatro dei Satiri, con un buon successo di pubblico.
Fine della marchetta. Ora passiamo a raccontare cosa mi è successo stamani.
Qualche giorno fa ricevo questo messaggio su Facebook:
“Buonasera. Sono Matteo Xxxx, responsabile della comunicazione di un’importante casa editrice nazionale. Ho notato su internet il suo testo, e sarei interessato ad approfondire con lei il discorso in funzione di un’eventuale pubblicazione presso la nostra CE, attraverso la quale lei – come autore – farebbe il “salto” nell’editoria che conta. Se mi fornisce un suo recapito telefonico (fisso o mobile), provvedo a contattarla nel più breve tempo possibile. Ringraziandola per l’attenzione, le porgo distinti saluti.”
Non mi era mai capitato che un editore mi cercasse così. In passato quando promuovevo da solo il mio libro, mi arrivavano le solite offerte di auto-pubblicazione a pagamento, le solite proposte di acquisto copie con tanti complimenti al “romanzo” e via dicendo, ma erano in genere per telefono e su iniziale mia richiesta di contatto. Questa volta invece un po’ ci ho creduto devo dirlo. Che ci sia ancora un editore che vede un possibile guadagno in un autore emergente e ci investe? Sentiamo cosa ha da dirmi e vediamo questo “salto” quanto è lungo. Prendiamo appuntamento per stamani alle 11:30.
Mi chiama puntualissimo e comincia a sciorinare le qualità della casa editrice per cui lavora: la Leone editore. Facendo ricerche in rete vedo che non se ne parla male, dicono che è a “doppio binario” cioè pubblica sia normalmente sia con editoria a pagamento e comincio a crederci ancora di più. Mi dice di probabili contratti pluriennali per una serie di libri che potrei scrivere per loro… e ci credo sempre di più. Mi dice che pensano loro a tutte le spese di pubblicazione, impaginazione, correzione di bozze, copertina, caffè ammazzacaffè e torta della nonna…
Mi riempie di belle notizie per circa dieci minuti, fitte fitte, poi… (riassumo):
“Però per riuscire al meglio con questo progetto, chiediamo un contributo per i nostri promotori che andranno nelle librerie e promuoveranno il suo libro. Loro sono già pagati da noi per portare le novità mensili ai librai, però per stare quel quarto d’ora in più a parlare del suo libro, devono essere pagati a parte e a questo deve pensarci l’autore.”
“Ma non è che ora si arriva alla solita editoria a pagamento?”
“Ma ci mancherebbe altro, noi chiediamo solo un contributo per la promozione”.
“E quanto sarebbe?”
“Bè si parte da 4000 euro + iva, per tutti i dieci anni di contratto.”
“Accidenti due bruscolini proprio. O sono una valanga di promotori oppure solo uno ma pagato benissimo. Avete bisogno di promotori?” gli rispondo allibito. “Ma questo investimento a me, che garanzie dà? Se le copie poi non si vendono io ho buttato più di 4000 euro…”
“Ma no, le copie quasi sicuramente verranno vendute tutte perché le mettiamo nelle catene più famose e bla bla bla bla bla…”
“Ma allora se siete così sicuri di venderle, questi promotori li posso pagare DOPO che hanno fatto la promozione col ricavato dei libri venduti no? Anche a me pagano a 60 giorni se va bene, a 90.. addirittura ho da avere dei soldi da sei mesi, quindi che problema c’è?”
“Eh no, magari fosse così facile, loro li vogliono prima…”
“Chiamali scemi eh? Guardi, mi sa che non ci siamo capiti. Voi avete cercato me, quindi se davvero credete che il mio libro possa vendere, io lo riscrivo pure, vi mando il pdf completo e lo valutate.”
“Eh ma sa per leggerlo ci sono dei costi per i nostri collaboratori, devono fare le schede di valutazione ecc ecc…”
“Ma non mi aveva detto che il mio libro era già interessante per la pubblicazione?”
“Sì però con la distribuzione… insomma.. vabbè ho capito che non è interessato mi sa…”
“Se volete posso farvi da lettore se vi servono. Sono abbastanza critico ed economico volendo…”
“Si ci mandi una mail. Le faremo sapere.”
“Non mancherò. Buona giornata.”
Fine di un’altra storia triste… senza “salto nell’editoria che conta”.
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