Avete mai provato a stare un giorno senza l’elettricità? Senza internet? Dico un giorno intero eh? Anzi, diciamo solo otto ore, anche solo quelle diurne. Black out improvviso! Certo, potrebbe essere abbastanza facile sopravvivere, se lo sai…
Ma se il simpatico amministratore del condominio attacca il cartello, dove si avvisava che la corrente sarebbe stata tolta per lavori dalla 8 alle 15, solo sul portone d’ingresso e NON all’ingresso del garage dove io entro sempre con la macchina… allora il black-out ti arriva in faccia con tutta la sua devastazione.
La notte prima sono andato a nanna tranquillo, con la batteria del cellulare al 65%, tanto chi se ne frega… lo carico domattina mentre faccio colazione e mi lavo. Sono ancora della vecchia generazione dei primi cellulari con le vecchie batterie “bianche” che, se ti azzardavi a ricaricarle quando non erano superscariche, poi ti duravano 8 minuti e quindi anche adesso se il cellulare non grida pietà, non lo ricarico.
Lascio il portatile acceso con scaricamenti TOTALMENTE LEGALI in corso, file Word aperti con mezze sceneggiature scritte, file aperti di money con tutte le registrazioni fiscali dal 1997 ad oggi, pagine web con iscrizioni a concorsi a metà “tanto finisco domani”, montaggio di auto-provini video da rifinire e togliere dall’inquadratura le mutande sul letto, il cavalletto, il riflesso del gatto, il ciuffo ribelle.
ore 8:.00 STLAK! Via la corrente.
Ore 9:00 Dormo beatamente.
Ore 9:30 Mi sveglio un attimo… mi riaddormento placido.
Ore 10:00 La radiosveglia che doveva suonare alle 9:30 ovviamente si è spenta e non suonerà mai.
Ore 10:30 Dormo ancora, sognando Scialpi e mia nonna che litigano sul divano di Maria de Filippi (vince mia nonna). Il mio cellulare riceve un messaggio SMS da Wind (e chi li manda sennò gli SMS la mattina), vibra e mi distoglie da quel sogno memorabile. Mi sveglio. Prendo in mano il telefono e vedo l’ora: 10:35.
Arrrgghhh! Devo fare un botto di roba, tra cui andare all’ Asl a fare richieste di certificati, visite ed esenzione ticket. Poi provino forse, ma ancora non ho avuto la conferma dalla mia agenzia, spesa e altre cose… Ma come mai la sveglia non ha suonato? Accendo la luce e… Non si accende. S’è fulminata la lampada a basso consumo?!
Impossibile, quella che avevo era durata più del gatto! Era nuova, così nuova che quando l’accendevi ti faceva pure le lastre omaggio. Mi alzo, apro le tapparelle e mi rendo conto dell’orario. Mi rendo conto anche che non c’è corrente. Black out! Panico!
Corro nella camera dove ho il Pc. Tutto spento. Prime bestemmie mattutine con giravolta spaziale della ciabatta. Resto i prossimi tre minuti a fare “clik clak” all’interruttore della luce, nella vana speranza che stimolando qualcosa lì dentro, “venga” fuori un po’ di corrente, ma rimane una speranza vana. Controllo il contatore. Gli interruttori sono tutti al loro posto, nessun “salvavita” scattato. Apro la porta di casa: tutto buio. “Ok non è colpa mia”. Il piccolo sollievo non allevia un ciufolo. “Vabbè facciamo colazione”.
Accendo il gas… Manco per il cavolo, se non c’è corrente il “lampetto” cik cik cik che accende i fornelli non cikka. Se sei fumatore sei salvo, se come me, sei un accanito anti fumatore, in questi casi o trovi due bastoncini secchi e hai rudimenti di sopravvivenza nella foresta pluviale, o il fornello non l’accendi. Ok niente caffè, mi bevo un succ… arghhhhh il frigorifero!
Apri il frigorifero, con un po’ di timore, come fossi Sigurney Weaver in “Ghost busters” e ti rendi conto che la temperatura dentro è come quella fuori. Gli Yogurt stanno ballando la salsa insieme alla maionese, e sugli gnocchi freschi aperti due giorni fa è cresciuta l’erba cipollina.
Poi di colpo, un pensiero va al film “L’uomo senza sonno” di Anderson con Christian Bale, e non ho il coraggio di aprire il freezer. Per fortuna il ghiaccio “fa freddo” e miracolosamente, solo le pizze hanno raggiunto la stessa consistenza di una spugna (però biologica).
“Dai vado a farmi una doccia”. Apro l’acqua calda e… niente! Senza elettricità lo scaldabagno mica parte. Quindi o la fai fredda o non ti lavi. Decido per una via di mezzo: mi lavo solo le parti più “interessanti” e nel farlo emetto delle grida così mascoline che sicuramente i gatti in calore del quartiere avranno circondato la casa. Ma devo uscire, l’Asl mi aspetta e sono già in ritardo.
Esco di casa, prendo l’ascensor… Scendo i tre piani a piedi (un po’ di moto fa bene dai) arrivo in garage che senza luce sembra tutto “Aliens” e mi aspetto che qualcosa esca dalle “fottute pareti”, ma passa solo una rondine che sta facendo il nido. Accendo la macchina e premo il tasto per aprire il grosso cancello di ferro del garage che… rimane ovviamente fermo. E ora come esco?
Risalgo le scale e suono… cioè busso ad un vicino di casa che prima di sentire ci mette dieci minuti buoni. Mi dice che c’è una “levetta” da tirare e poi devo spingere il cancello a mano. Torno di sotto, scanso le fottute pareti con le rondini assassine, trovo una scatola con due buchi, ci infilo la mano come la tipa bionda in “Indiana Jones e il tempio maledetto” sento qualcosa di molliccio che mi unge la mano, e poi finalmente la levetta. “Clak”.
Libero! Spingo il cancellone, monto in macchina, esco, riscendo, chiudo il cancellone, rimonto in macchina. Arrivo all’Asl e mi dicono che i fogli per chiedere l’esenzione sono finiti. Ne rilasciano solo 40 al giorno. Ma “se ci capisci qualcosa puoi andare sul sito, scaricarlo e stampartelo e ce lo riporti entro mezzogiorno”. “Ok, vado e torno”.
Mi rendo conto solo dopo che sono rimontato in macchina che questa cosa per me oggi sarà impossibile. Ormai è così normale avere a disposizione la rete e tutto quello che comporta che non ci fai più caso. Ok niente visita e esenzione per adesso.
Nel frattempo controllo i mercati di borsa dal cellulare (gioco degli spiccioli nel Forex e in qualche azione). Ovviamente tutti gli studi grafici li ho sul Pc. Il telefono lo uso solo per controllare quello che ho fatto quando sono fuori. Operare dal telefono è pericolosissimo.
Vedo qualcosa di buono ma mi trattengo e non apro nessuna posizione a mercato. La batteria mi segnala 15% di autonomia. Devo conservarla per eventuali telefonate da famosissimi registi famosi che mi vogliono proprio oggi! Ma qualcuno lo potrebbe fare via wazzup (è successo, ma non erano famosissimi) quindi non posso nemmeno togliere la connessione dati che consuma…
Sono ormai le 12 passate… ho fame! Compro un accendino. Il tabaccaio sotto casa che mi conosce, pensa (visto che sono spettinato, puzzo, faccio l’attore e ho le occhiaie dalla fame) che abbia iniziato a drogarmi pesante e mentre mi porge un BIC da un euro, mi guarda malissimo.
Torno a casa e ancora tutto tace… Approfitto per mangiare una pastina al volo. Voglio bere. Le bottiglie di vetro con l’acqua depurata sono vuote. Ho il depuratore a osmosi inversa, che non è una malattia polmonare ma un modo, dicono, per bere l’acqua leggera, filtrata, certificata, ecc ecc. Però senza corrente il coso non va, e quindi mi attacco alla cannella come ai vecchi tempi e mi gusto l’acqua “pesante” a cinque stelle di Virginia.
E ora che si fa? Niente internet, niente Tv, il telefono al 5%… soffre poverino, lo so, e soffro pure io che non ho letto ancora il giornale online, non so chi è morto, chi è uscito dall’isola dei famosi, se sto perdendo milioni in borsa e nemmeno quanti Like ho preso per il post idiota di stanotte alle 3 che ho fatto. Poi il fatidico suonino maledetto: “piripì piripì!” BATTERIA SCARICA. E ora?
E ora il colpo di genio: il vecchio mini portatile! Ve li ricordate quelli con l’ Atom, il monitor da 10 pollici che diventavi cieco dopo due mesi, che dieci anni fa costavano un occhio della testa e che sono durati sul mercato un paio di annetti scarsi? Ecco io ne ho comprato uno e per l’appunto l’avevo messo in carica qualche mese fa per testare un programmino idiota con virus annesso, e infatti l’antivirus era impazzito tanto da costituirsi parte civile.
Lo riesumo, premo ON e incredibilmente la batteria sta al 60%!! Ci attacco subito il mio telefono che riprende vigore, arriva subito un messaggio su wazzup della mia agenzia che mi dice che il provino è confermato, controllo i Like al mio post idiota e per l’euforia clikko dei “mi piace” a caso, così per condividere la mia gioia. Sto già cercando un modo per collegare questo portatile con l’altro, quando mi arriva una mail da una produzione e mi chiedono l’iban, copia documento con codice fiscale e liberatoria da stampare, riempire, scannerizzare e mandargli per mail subito.
Gli dico di sì ma so benissimo che, a meno che non abbia i raggi fotonici al posto degli occhi, non riuscirò a farlo con la mia stampante. Sono le 14:00 sto per uscire quando un rumore “zzzz” di frigorifero e depuratore messi insieme mi fà esultare. E’ tornata la luce!! Ma l’entusiasmo se ne va subito. Era solo una prova di questi maledetti operai che si divertono a vedere le reazioni della gente per il ritorno dell’epoca moderna.
Esco scoraggiato col telefono di nuovo al 15%. Faccio quello che devo fare, il provino e la spesa. Torno a casa alle 16:00. Tutto è tornato alla normalità. Il mio Pc è li che mi aspetta, con tutti i suoi settori del disco da recuperare e convertire in files CHK. Il frigo ha ripreso vigore, gli yogurt sono tornati pallidi latticini inermi. Nel freezer non ci sono teste di pesce andate a male, e l’acqua depurata scorrerà di nuovo limpida per i prossimi 30 mesi di rate che ho ancora da pagare per ‘sto filtro a osmosi inversa facendo pure un torto a Virginia…
Controllo la borsa, sono il solito bischero di stamattina, nessun affare perso, su Facebook non ho saltato poi così tante informazioni fondamentali per la mia vita. Con un rapido scroll di dieci minuti, torno in pari. Mi viene da pensare che solo pochi anni fa, un black out come questo di 8 ore, non mi avrebbe creato nessun problema. E mi rendo conto che oggetti che non esistevano, diventano indispensabili nel giro di poco tempo. Quindi tutta sta tecnologia a che ci serve se poi ne siamo schiavi? Sto per entrare in doccia sentendomi un idiota e penso a quella del piano di sopra, che ha le tapparelle elettriche… secondo me dorme ancora.
Buona notte.