Di SG.
Da giovedì 14 aprile sarà al cinema The Idol, ultimo film del premiato regista palestinese Hany Abu-Assad. Abu-Assad, che nel 2006 e nel 2013 ha ottenuto con i suoi lavori la nomination agli Academy Awards nella categoria Miglior Film Straniero, propone oggi al pubblico internazionale un film dalle tinte forse meno crude e violente dei precedenti ma non per questo meno sincero.
Paradise Now, il suo primo film da Oscar, racconta la storia di due palestinesi che preparano un attentato suicida in Israle, The Idol invece parla della violenza della vita quotidiana raccontando la storia vera di Mohammed Assaf, il giovane di Gaza che nel 2013 vince il talent show Arab Idol.
The Idol è un The Millionaire del medio oriente: in The Millionaire eravamo nelle slumdog indiane qui siamo tra le rovine di Gaza, città prigione dove i bambini crescono insieme ai loro sogni che l’occupazione militare non permetterà mai di realizzare.
Il film apre sull’infanzia del giovane cantante e sul suo rapporto con la sorellina dai grandi occhi verdi che sono i veri protagonisti della prima parte del film. Mohammed e la sorella hanno un sogno: diventare grandi musicisti e cambiare il mondo. Insieme ai loro amici organizzano una band e si danno da fare per trovare gli strumenti musicali e piccoli ingaggi ai matrimoni. La realtà dell’occupazione non viene mai esplicitamente menzionata ma in ogni inquadratura vediamo rovine e dolore. Abile la mano del regista che affresca un quotidiano storpiato dalla guerra. Le strade polverose della brulicante città sono popolate da persone amputate come in uno stanco freak show e su tutto questo spicca la voglia di vivere di chi salta tra le rovine danzando sulla fine del mondo. Hany Abu-Assad ha collaborato con il gruppo di parkour di Gaza “Gaza parkour & Free Running” nutrendo la sua pellicola di un sottotesto silenzioso e potente.
La vitalità dei bambini e dei palestinesi stessi che, giorno dopo giorno, si industriano per condurre un’esistenza normale ci traghetta fino alla seconda parte del film dove Mohammed, messo a dura prova dalla vita, sembra aver perso l’amore per il canto. Stimolato dalle persone a lui care Mohammed troverà la forza di tentare la fuga dalla prigione Gaza per partecipare alle audizioni del talent show Arab Idol che si tengono in Egitto.
Non c’è spoiler nel dire che Mohammed riuscirà a fuggire da Gaza e a partecipare al talent show fino ad arrivare a vincerlo, starà a voi scoprire come questo è stato possibile in un luogo come Gaza, sotto perenne occupazione militare, dove forze mortifere ed energie vitali si agitano senza pace.
Un film da vedere, anche per conoscere più da vicino il particolarissimo canto arabo, il Tarab.