Dico subito che “Perfetti sconosciuti” merita il successo al botteghino. Più che “merita” direi che era quasi scontato che avesse successo, e vi dirò più sotto perchè.
Intanto inizierei col dire che il cast è “invincibile” essendo formato da attori che negli ultimi 5 anni hanno fatto più film che colpi di tosse. Mancava solo Elio Germano poi c’erano tutti. Attori bravissimi, ben calibrati, ben accoppiati, sostenuti da ottimi dialoghi dei quattro sceneggiatori (Paolo Genovese, Filippo Bologna, Paolo Costella, Marco Berardi) che definirei il punto forte del film. Attenzione: dialoghi, non sceneggiatura.
Come lo stesso regista Paolo Genovese ha dichiarato: “l’idea era così semplice che non credevo che nessuno ci avesse ancora pensato”. Ha fatto pure una ricerca approfondita sul mercato americano e niente, nessuno ancora aveva pensato a mettere un gruppo di amici davanti ai loro cellulari “nudi”.
Il risultato è quasi scontato: tutti hanno un segreto, tutti si vergognano di ammetterlo, tutti giurano di non avere segreti.
Molto ben realizzata la “storia” di Battiston, l’unico single alla cena. Il suo rapporto con gli amici, le loro reazioni alla sua condizione, l’equivoco con Mastandrea, tutto molto apprezzabile e divertente.
Io però devo fare una critica alla sceneggiatura. Sarò controcorrente ma il film a me ha deluso per un aspetto che però è fondamentale. “Ma come sta piacendo a tutti sta incassando da paura”. E certo, era chiaro che incassasse da paura. Parla della fobia italiana che da sempre ci caratterizza, da sempre rovina le famiglie, da sempre è presa a metro di giudizio della coppia: LE CORNA.
Sembra assurdo ma non siamo molto lontani dal modello film con Alvaro Vitali, Renzo Montagnani e Lino Banfi. “La moglie in città l’amante in vacanza” “La soldatessa alle grandi manovre” “La dottoressa ci sta col colonnello” dove c’è un marito che è stanco della moglie e si trova l’amante giovane. Capirai che scoperta.
Nel nostro paese, fai tutto quello che vuoi al marito/moglie, ma non ti azzardare a fare sesso con un altra persona che non sia quella ufficiale e soprattutto non ti azzardare a farti scoprire. Non ti azzardare a mettere il tuo organo sessuale riproduttivo in un altro organo sessuale (o orifizio) sennò succede la tragedia maxima. Gli altri problemi che una coppia può avere (anche parecchio più gravi di una sveltina, di una foto sexy di un’amica, di un gioco erotico virtuale) non sono causa di divorzi o litigi galattici, ma inserisci un’amante anche coatta, volgare, di cui il marito non si innamorerà mai, ed ecco che tutto va in rovina.
Siamo ancora al medioevo, dove la base del matrimonio è la sola fedeltà sessuale. Tutto il resto non conta. Facciamo a capirsi: fare sesso in giro come bere un bicchier d’acqua non è certo una cosa di cui vantarsi soprattutto se hai moglie, figli, e parenti al seguito. Ma ribadisco che ho visto problemi ben più gravi, venire accettati con rassegnazione tibetana, ma le corna no, non ci si fa, il possesso dell’altro non si discute.
Ed in “Perfetti sconosciuti” purtroppo, a parte piccole variazioni sul tema iniziali che facevano ben sperare, si ribadisce il concetto che le corna ed essere frocio, sono ancora le paure ataviche che attanagliano coppie, single, innamorati, amici, parenti.
Avrei preferito altri “segreti”, qualcosa di più pensato e complicato di banalissime corna. Che poi il tutto sia stato abilmente inserito e intrecciato come si deve, gliene do atto, ma su quattro sceneggiatori, possibile che a nessuno sia venuta un’idea al di fuori delle corna? Ad esempio la figlia minorenne di Giallini e la Smutniack poteva essere inserita in qualche “segreto”, magari poteva essere lei l’amante di Edoardo Leo. Troppo “forte” un rapporto con una minorenne? Troppo “diverso”? E invece zak… Ancora un banale corno in più.
Ma del resto, i potenti della terra sono stati soppiantati quasi sempre da un paio di corna, o da qualcosa che riguarda la sfera sessuale, e quindi giustamente il filone va sfruttato.
Comunque il film è divertente, oltre a mettere un’ansia addosso per tutto il primo tempo. Alla fine guarderete il vostro partner con qualche dubbio in più e gli chiederete il telefono, oppure starete zitti e vi renderete conto che spesso e volentieri è meglio non sapere qualcosa che magari si intuisce, qualcosa che prima o poi succederà, magari anche solo virtualmente, ma a livello di “tradimento” è così differente?
Insomma alla fine del discorso questo film cosa ci vuole dire? Che è molto meglio farsi i cazzi propri, molto meglio.