Mi piace farmi i massaggi rilassanti, non quelli dove si soffre ma dove dolcemente quasi ci si addormenta. Purtroppo fino a pochi anni fa per me erano un lusso che non potevo permettermi. Da quando invece esiste Groupon, (e la crisi) sono diventati più abbordabili e si riesce a trovarne anche a circa 15 euro l’uno. Durano dai 40 ai 60 minuti ma non sempre sono massaggi ben fatti. A volta la signorina è un po’ svogliata, a volte il posto è zozzo, a volte ti fregano 10 minuti a volte la musica è troppo alta, il lettino cigola, ecc ecc. Insomma l’abbassamento dei prezzi, per forza di cose, ha causato un abbassamento del livello del servizio. Per questo mi ero riproposto di fare un reportage di tutti i centri benessere che avevo testato, ma poi ho lasciato perdere perché grandi cose non c’erano da riportare e il mio blog non meritava un elenco di difettucci di poco conto. Ma oggi ho avuto un’esperienza che dire “extrasensoriale” è poco. Una roba che a raccontarla non ci si crede, degna di comparire in una commedia cinematografica, e un pensierino a sceneggiarla ce lo sto già facendo…
Ma ecco i fatti: mi accorgo pochi giorni fa che ho in scadenza un coupon per tre massaggi, quindi chiamo subito il centro benessere che è il VEA BENESSERE via Gregorio Ricci Cubastro 26, vicino alla stazione Trastevere, sito web http://www.veabenessere.com/ Segnatevelo mi raccomando.
Al telefono mi risponde una signorina che gentilmente mi avverte che quel centro benessere ha una particolarità: i massaggi agli uomini non li fa… a meno che… a meno che… la titolare del centro, la signora Anna Maria Gaglioli, non dia il suo benestare, e quindi prima bisognerebbe fare un “colloquio conoscitivo”. Parole sue eh? Ve lo giuro. Sto per scoppiare a ridere o per incazzarmi, ma io con queste cose ci vado a nozze, quindi indago: “cioè, per capire se può farmi un massaggio, la signora prima mi deve analizzare”? Chiedo curioso. “Si, è la prassi” “ma sul coupon non c’è scritto nulla di tutto ciò” “non è colpa nostra ma di Groupon, se vuole può venire domani alle 16 così la signora la vede”. E certo io non ho un cazzo da fare, quindi vado a farmi scandagliare da una sconosciuta di un centro benessere sconosciuto per vedere se sono degno di farmi fare un massaggio che ho già pagato. Una persona normale le avrebbe attaccato il telefono in faccia non prima di averla mandata a quel paese ma io invece no, queste cose mi garbano troppo e allora le dico che sarai andato certamente, figuriamoci se mi perdo una creaturina del genere.
Oggi sono andato. Da fuori il negozietto non sembra nemmeno aperto al pubblico, qualche tendina copre i due ambienti, senza insegna, senza scritte, niente, come un qualunque centro cinese per massaggini particolari insomma. Arrivo puntualissimo come sempre, non sia mai che poi la signora se ne abbia a male e mi valuti negativamente. Mi sono pure messo la camicia e pettinato a dovere, barba curata, insomma un bel tipino.
Entro e subito ci presentiamo. La signora è sulla cinquantina, molto magra, nervosa, vestita con fuseau neri e top. Capelli corti, da “artista” un po’ trasandata comunque se proprio lo devo dire. L’assistente è una ragazza sui venticinque anni, quella con cui ho parlato al telefono. Ha l’aria annoiata, da una che “sopporta”. La signora mi fa gran sorrisi e mi dice di accomodarmi nella “sala delle rose”. “Delle rose?” “Si delle rose, non vede che ci sono le rose alle pareti?” La sala delle “Rose” non è altro che un bugigattolo di due metri per due con un tavolino in mezzo pieno di libercoli sullo yoga, cristi, morti, massaggini, e reiki, e le “Rose” sono solo dipinte sulla carta da parati. Mi siedo sulla panca e attendo tre minuti. Intanto la tipa alza il volume della musica e sento bisbigliare…
Eccola che arriva tutta sorridente. Attacca immediatamente una supercazzola elicoidale eterea sull’empatia tra maschio femmina che dopo dieci secondo già pensavo al mio gatto che si pulisce da solo, con vigore, le terga. Rimango con un sorrisino stampato 2.0 di ordinanza, mentre le lascio dire tutte le puttanate che riesce a dire in cinque minuti sull’empatia l’energia il calore umano e un po’ di gas anche già che ci siamo. Poi mi informa che lei è un’artista e che fa tutto questo non per soldi… (ti pareva) ma per PASSIONE. Di quale arte parli non lo so. L’ho scoperto solo poco fa sulla sua pagina facebook dove dice di essere anche pittrice, scrittrice, wedding planner e quando le avanza tempo io penso ristrutturi anche i ponti Bradley rimasti della seconda guerra mondiale. Quindi mi dice che io e lei siamo molto empatici, l’ha capito appena mi ha visto con le sue analisi portentose, senza sfiorarmi o facendomi parlare, che potevo essere massaggiato. Addirittura mi avrebbe allungato la scadenza del 31 luglio in modo da darmi più tempo per decidere quando venire a farmi i tre massaggi.
Un campanello di allarme mi si accende, ma lo spengo subito. Le dico che è un po’ strana questa sua usanza e magari qualcuno ci potrebbe rimanere male e reagire male nel caso non venisse approvato il suo status empatico… mi risponde che lei da “un’ opportunità” alle persone. Capito? Le dà l’opportunità di farsi fare un massaggio da lei medesima… Il fatto che uno PAGHI e pure in anticipo per avere questa “opportunità” non le passa nemmeno per l’anticamera del cervello, e poi aggiunge con aria grave che “in giro ci sono tanti maniaci”. Quindi si presuppone che il maniaco di turno sia un cesso d’omo, cafone, che entra dalla porta gridando: “c’è nessuna da stuprare? C’ho vogliaaaarrghh!” e sbavando roba verde si appresti a rapire una delle due donzelle presenti. Ovviamente un bel ragazzo sorridente all’apparenza calmo ed educato non potrebbe mai violentare una donna… eh! Tralascio di ribattere anche a questa ennesima cazzata partorita in quindici minuti e le faccio presente che gradirei il massaggio visto che sono di suo gradimento. Fa una faccetta strana e mi chiede di che segno sono. Non le rispondo come in genere faccio, cioè che sapere il segno zodiacale delle persone per tentare di conoscerle è come sapere quanti kg pesava l’ostetrica che li ha cavati dalla mamma, ma le dico gentilmente tra i denti: “gemelli”. “Io bilancia!” Mi risponde tutta contenta come se io potessi capire il perché. Quindi aggiunge serafica che devo prenotare il massaggio online… Cioè praticamente sono lì solo per essere “valutato” col colloquio conoscitivo, e il massaggio non me lo può fare perché non ha tempo… Trattengo la valanga di insulti e i raggi fotonici che stanno per uscirmi dalle orbite e pazientemente le faccio presente che anche io avrei da fare e che la gente non è che può perdere del tempo a fare colloqui conoscitivi per avere un cavolo di massaggio, che ha GIA’ pagato ribadisco. Glielo dico con il sorriso sulle labbra, con tutta la calma possibile, pensando al nirvana, il paradiso terrestre, il vahalla e a Belen che mi fa il massaggio senza mani, così da sembrare più educato possibile e non farla alterare, ma lei imbruttisce e mi fa: “lei è molto maleducato sa? Io per un’ora prendo 50 euro!”. E allora non ce l’ho fatta più, anche io ho i miei limiti e mi si è tappata la vena.
Ho cominciato il mio sfogo Rothiano dicendole che io quando faccio una data in teatro prendo il doppio di lei e quindi? Facciamo a gara a chi guadagna di più? E che le sue panzane esoteriche non mi interessavano minimamente e se sono stato ad ascoltarla è solo per educazione perchè volevo solo un cavolo di massaggio! Non una lectio brevis sull’empatia esoterica della maremma maiala. E che se ero venuto li umiliandomi per “il colloqui conoscitivo” era solo perché volevo vedere con che faccia mi avrebbe detto di no, nel caso fosse stato un no, ma guarda caso dopo dieci secondi “l’empatia” era già stata verificata. Che se ero un altro l’avrei già mandata in culo per telefono ma siccome IO sono educato e anche troppo paziente ero venuto lì a farmi “valutare” se fossi degno dei suoi miracolosi massaggi, e a questo punto visto che c’ero mi sono chiesto chi fosse lei, chi fosse la sua assistente e visto che non c’era l’ombra di un diploma, attestato o permesso per esercitare qualsiasi professione, le ho chiesto se magari fosse tutto in regola, anche coi contributi della ragazza. (si ormai andavo a ruota libera, tra poco le chiedo pure gli esami delle orine). A quella richiesta sono sbiancate entrambe e la ragazza sono sicuro ha messo mano al bottone sotto la scrivania dell’autodistruzione del PC ma poi ha desistito.
Insomma le ho fatto una parte di merda a voce sostenuta per circa cinque minuti di orologio. Loro zitte, mute. La signora per poco non collassa, continuava a ripetere balbettando “ma io una cosa del genere… una cosa del genere… una cosa del genere…” “Signora, IO una cosa del genere non l’avevo mai vista!” Ma ti pare che uno paga una cosa e per averla deve passare il “test empatico”? Sai ganzo dal fruttivendolo: “volevo due kg di pere” “hmm non lo so mica se le do questa opportunità sa? Prima bisogna vedere se siamo empaticamente adatti sennò le pere me le tengo! Che crede! Venga nel retro che la empatizzo sulla bilancia”. Insomma passati i cinque minuti di fuoco, mi dice che forse ha sbagliato a darmi del maleducato e che se voglio posso sempre fare i tre massaggi quando desidero, che poi era la stessa opzione iniziale. Quindi manco per niente, ho salutato tutti e chiesto il rimborso immediatamente a Groupon su carta di credito che mentre raccontavo la cosa alla centralinista non credeva alle sue orecchie, infatti non ha battuto ciglio.
Ora sarebbe ganzo chiamarli ogni giorno facendo finta di avere un coupon e farle prendere ogni giorno un appuntamento per verificare l’empatia di secondo livello… così magari si accorgerebbe che anche le grandi artiste come lei, coi poteri, quando perdono tempo in queste puttanate e gli viene pure detto che sono maleducati, avrebbero di che incazzarsi.
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