Finalmente sono riuscito ad andare a vedere questo film di cui ero tanto curioso. Ho partecipato alla sceneggiatura come collaboratore di Giovanni Veronesi e Ugo Chiti e in piccolissima parte, c’è anche un po’ di “mio”. Tra parentesi per una decina di secondi, interpreto anche un carabiniere molto nervoso che manda via Elio Germano e Massimo Wertmuller dal condominio dove stavano lavorando ed era tanto che non mi vedevo sul grande schermo, per la precisione dal 2004, quasi dieci anni, che non son pochi. La cosa buffa è che sto sempre in divisa, in ogni film che faccio al cinema… si vede che ispiro fiducia.
Il film è molto gradevole, un viaggio che parte dagli anni ’70 fino ai giorni d’oggi. Ernesto, un uomo a cui piace l’onestà, che si vede passare davanti gli anni di piombo, gli anni ’90 e gli anni di merda, quelli dove un certo Silvio arriva prepotente col suo sorriso sui manifesti elettorali che il protagonista cerca di imitare. Ernesto svicola dalle situazioni burrascose, perché è quasi trasparente per gli altri, l’ultima ruota del carro appunto. Un eccellente Ricky Menphis lo accompagna e lo tira dentro a brutte faccende “politiche” che già puzzano di marcio, ma Ernesto ci mette un piede e un attimo dopo torna alla sua vita tranquilla, da sua moglie, interpretata dalla ex “Cesaroni” Alessandra Mastronardi, forse l’unico anello debole, o per meglio dire, non sempre verace, come invece tutti gli altri attori, tra cui spiccano Battista, Rubini, Wertmuller, Haber, un “maestro” pittore che instaura una bella amicizia col protagonista.
Si ride spesso, soprattutto con Menphis e Battista, che insieme a Germano tirano fuori tutta la romanità che permea il film. Veronesi, Chiti e Bologna, tutti toscani hanno disegnato il percorso del protagonista senza gigioneggiare, e le battute sono sempre fresche e mai stereotipate.
Dalla sceneggiatura originale sono state tolte varie scene e vari riferimenti a personaggi reali come Schifano, Gardini, forse non gradite ai familiari. Altre scene che conoscevo sono scomparse ma rileggendo la sceneggiatura e col senno di poi, direi che il regista ha fatto un’ottima scelta. Spesso durante la prima stesura non ci si rende conto che una scena può essere sostituita con una battuta nella scena precedente, e i tagli effettuati non mi hanno sorpreso per niente. Bella anche la colonna sonora di Elisa sulle scene finali e titoli di coda. Direi che un 7 e mezzo se lo sia meritato tutto.