Capitolo settimo del mio libro…

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La stanza dove era rinchiuso non era spaziosa, ma era pur sempre una stanza con un letto di legno per riposare e un materasso di paglia. La stanchezza cominciava a farsi sentire e Francesco adesso sentiva anche il suo stomaco che brontolava rumorosamente. Dopo qualche minuto bussarono alla porta. Entrarono due servitori con in mano un vassoio ciascuno. Un profumo di arrosto riempì la stanza e a Francesco venne subito l’acquolina in bocca. Dietro i due servi comparve una bella ragazza bionda, con un lungo abito azzurro, elegantissima. Anche il suo portamento era tale. Sembrava proprio una nobile del tempo. Senza rivolgergli la parola si sedette sul letto e dopo aver congedato i servitori, prese a guardarlo, sorridendo, senza dire niente. “Piacere Francesco” improvvisò imbarazzatissimo, porgendole la mano, ma tutto quello che ottenne fu una risatina ed ancora silenzio. “Io non sono di qui, devo essermi perso… se tu sapessi dirmi dove… bè, io… ecco…” Francesco si stava arrampicando sugli specchi. Non sapeva assolutamente cosa dire. “Ho fame, ne vuoi un po’?”  “Eddai Francesco… non pensi che lo scherzo sia durato abbastanza? Tuo padre è in collera con te, stai rovinando i festeggiamenti in tuo onore”. “Ma quali festeggiamenti! Io non sono Francesco! Cioè, sono Francesco, ma non il Francesco che credete voi. Io non sono di qui. Vengo dal futuro. Guarda i miei abiti!” “Carini, ma non adatti al tuo rango. Da chi l’hai avuti? Uno dei servi?” Francesco si stava arrabbiando sul serio. “Senti, io non so chi tu sia, ma io non sono quello che pensi. Anzi, voglio andare via di qui, dì a quelle guardie di aprire la porta e di lasciarmi andare via, subito!” “Ehi, non osare darmi degli ordini, capito?! Sono sempre la figlia del Duca, ti sei scordato anche questo?  Se non fossi certa che è tutto uno scherzo mi verrebbe da pensare che stai sostenendo la verità.” “Ma è la verità! Come faccio a spiegartelo? Perché farei tutto questo?” “Ma, non so, per attirare l’attenzione su di te, visto che tuo padre ti trascura a causa dei suoi impegni politici e militari.” “Te lo ripeto: io vengo dall’anno 2001!” Francesco ebbe un’idea: con uno scatto tirò fuori il cellulare e lo accese. “Che ne dici di questo? Esiste nel tuo tempo? Lo sai cos’è?” La ragazza guardò attentamente l’oggetto, meravigliandosi nel vederlo illuminato. “E’ bellissimo! Voglio conoscere l’alchimista che te lo ha costruito.” “Ma quale alchimista! Questo è un oggetto del XX ° secolo. Questo materiale qui da voi non esiste! Ci credi adesso che io non sono di quest’epoca?” La ragazza si alzò di scatto e andò verso la porta. “Se proprio vuoi continuare con questo stupido gioco, fai pure, ma tuo padre è un uomo deciso, lo conosci, non so per quanto tollererà questa situazione.” Bussò alla porta e da fuori le fu aperto. “Domattina forse avrai le idee più chiare, anche perché mi rincrescerebbe sposare un ragazzo ripudiato dal padre.” Francesco si alzò di scatto e la raggiunse sulla porta smarrito. “Sposare hai detto?” “Ah, bene, ora fai finta anche di non ricordarti che sono la tua promessa sposa, ormai da 10 anni! Comincio a capire il motivo delle tue fantasie. Se non mi vuoi più, dillo ai nostri padri e  sistemeranno tutto con un sigillo ed una firma su un pezzo di carta!” Francesco non sapeva cosa dire. “Aspetta, non andare…” Fece come per trattenerla, ma lei con uno strattone si liberò dalla morbida stretta del ragazzo. “Non so nemmeno come ti chiami…” La porta di legno sbatté con violenza. Francesco chiuse gli occhi e pensò a Giulia. Gli venne da chiedersi se stesse vivendo in un sogno, ma la realtà era quella. Imprigionato in un’epoca a lui estranea, circondato da persone estranee ed ora anche da una promessa sposa. Si avvicinò ai vassoi pieni di anatra arrosto, e gli venne in mente Brunetto. Chissà dove era finito? Almeno lui in un certo modo lo aveva capito. Assaggiò la carne, ma non ne mangiò molta, seppur avesse una bella fame. Il sale era un bene prezioso in questo tempo e non l’avevano certo sprecato per lui, adesso che era, in una sorta di punizione da parte del padre. Poi si rassegnò, e stesosi sul letto, si addormentò quasi subito.    

 

(per leggere gli altri capitoli, sfogliare il mio blog nei mesi passati)

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