Il mio ricordo di Mariangela Melato…

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Sto leggendo da un paio di giorni gli innumerevoli “ricordi” di gente famosa e non che l’hanno conosciuta davvero, e allora mi è tornato in mente anche il mio.

Non posso certo dire di averla conosciuta. Era il 1998 e per la prima volta in vita mia mettevo piede su un set cinematografico come attore e non come comparsa. Il film era “Panni sporchi” di Mario Monicelli. Per avere quella piccola parte (5 pose) dovetti fare tre provini, che ho raccontato nel mio libro “Le faremo sapere” e che non sto qui a riportare, ma credetemi fu una bella sudata col “maestro”.

Con la Melato, fino al momento del ciak, ebbi solo dei rapporti di “buongiorno e buonasera” come si fa col vicino di casa con cui non hai confidenza, ma ero più che altro io che non volevo sembrare invadente.

Il giorno del ciak era un luglio caldissimo, a Roma nel teatro di posa di Cinecittà. Mi vestirono per la prima volta da carabiniere (un ruolo che si ripeterà negli anni) e mi dissero di entrare sul set che tra lì a poco Monicelli avrebbe dato il via alle riprese. Aprii la porta e seduti su due divani di scena stavano in successione: Michele Placido, Gigi Proietti, Alessandro Haber, Ornella Muti, Pia velsi, Marina Confalone e lei, Mariangela Melato. Chiacchieravano amabilmente del più e del meno. Io entrai piano piano, riaccostai la porta, e dietro a proietti pronunciai un debole: “buon pomeriggio a tutti”. E “tutti” non sentirono. L’unica che sentì fu la Melato che sorridendomi disse con la sua voce bella tosta a Proietti: “Gigi il carabiniere ci ha salutato tutti” e lui: “mi fa piacere! Ciao, sei Andrea?” (era il nome del personaggio) Io risposi: “sì, cioè no, sono Francesco ma va bene pure Andrea”. Qualcuno ridacchiò intuendo che non ero proprio un attore navigato, e continuarono a parlare. Mi misi da una parte fino a che non si cominciò a provare la scena.

Monicelli era molto “brusco” e le cose te le diceva chiare e dirette, così che era difficile sbagliarsi. Purtroppo ero troppo alto per l’inquadratura e allora dovevo dire la mia battuta stando con le gambe larghe quando era il momento del primo piano. Insomma non ero assolutamente aiutato, tecnicamente parlando.

Ero molto emozionato, la mia prima battuta in cinema, diretto da Monicelli, con a fianco Placido, la Melato e dietro Proietti… Non capita tutti i giorni.Eccomi qui.

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Si vedeva che ero teso, e qui successe una cosa che racconto sempre di quel set. La Melato si avvicinò e sfiorandomi la mostrina della divisa come per aggiustarmela mi disse: “stai tranquillo, dì la battuta come se la dicessi a un tuo amico, come se fosse una prova e vedrai che ti viene subito bene”. Mi fece anche un bel sorriso e un gesto di “carica” e io contraccambiai.

La battuta era: “sì, sono ausiliario nell’arma, ero in servizio quando…” e qui Proietti mi doveva interrompere e dire la sua di battuta. La feci bene alla prima, anche se ovviamente la scena l’abbiamo ripetuta tante volte per cambi di inquadratura, luci e problemi tecnici, ma mi ricordo benissimo che non mi impappinai mai e che ogni tanto guardavo la Melato come per avere un consenso che puntualmente arrivava con un lieve cenno del capo o un piccolissimo sorriso.

Tralasciando un saluto veloce alla prima del film, non la rividi più, ma questo ricordo lo terrò sempre nel cuore. 

 

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