Un altro capitolo del mio libro…

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Una vita low budget…

Leggo spesso sui siti specializzati in provini, di registi e produttori che cercano attori per cortometraggi cosiddetti “low budget, cioè che chi li produce non ha un centesimo, ma che la loro passione smodata nel fare cortometraggi li spinge a produrre una serie di filmatini ogni mese. Per appagare la loro sete di protagonismo e magari giustificare un finanziamento arrivato da chissà dove, ecco spuntare come funghi le produzioni “low budget”. Adesso ho smesso di fare questi provini “low-budget” perché non riesco proprio a mandare giù il fatto che venga pagata decentemente tutta la catena produttiva del corto, tranne gli attori, che sono liquidati con francobolli, banane, ticket restaurant e qualsiasi altra cosa tranne denaro. Questa polemica la porto avanti da svariati anni ormai, da quando cioè ho deciso di non lavorare più gratis.
Questi corti spesso sono filmini amatoriali girati con la videocamera del babbo, però ti devi impegnare come stessi recitando un kolossal a Hollywood e allora ti devi quasi ammazzare. Ho visto colleghi girare polizieschi dove una FIAT UNO turbo e una RITMO abarth si inseguivano fino a centrare un semaforo sulla Salaria, gente schiacciata sotto le macerie di muri crollati, altri che si sono buttati giù dalle montagne ed esperimenti horror che di orrore avevano solo i titoli. Insomma una serie di scene messe una vicino l’altra che non servono a niente, servono solo al regista per far vedere a parenti ed amici che finalmente ha prodotto qualcosa con la telecamera della festa di laurea in scienze della comunicazione. Mi fa ancora più innervosire la solita frase che ripropongono: “c’è solo un piccolo rimborso spese però sicuramente il corto parteciperà ad un sacco di festival importanti! Avrai visibilità!” Se poi partecipano, io non lo so, so solo che non ho mai visto un centesimo degli eventuali premi vinti e aggiungo che, la padrona di casa a fine mese vuole i contanti e se provo a pagarla con la “visibilità” lei preferisce sempre i contanti e senza ricevuta.
Spesso poi i corti non escono nemmeno dal condomino di chi li gira e anche se escono, gli eventuali premi vengono spartiti tra il regista e la produzione, non certo tra gli attori. E allora come mai continuano a produrre corti a raffica con attori sempre a gratis? Semplice: di questi tempi fare l’attore è un hobby (soprattutto in Italia) un hobby che ti porta a lavorare gratis, tanto hai il culo parato. La mattina entri in ufficio per tutta la settimana ed il week-end fai l’attore. Chi invece fa l’attore a tempo pieno è costretto a lavorare nei week-end come cameriere sennò non campa, e addio ai corti pagati perché c’è chi li fa gratis avanza tempo. A me questa cosa fa imbestialire e quando la fai notare ti prendono anche per snob o per uno che vuole fare il VIP anche se chiedi cinquanta euro al giorno, magari lorde e fatturate. Ma le chiedi giusto per dire: “non ho lavorato completamente gratis!” Invece niente. Mi hanno detto anche che se dovessero dare cinquanta euro al giorno per ogni attore, i corti non si farebbero più ed infatti spesso i corti non sono nemmeno “low budget”, sono “NO budget”, cioè che non hanno nemmeno i soldi per i rimborsi spese. Ma io dico: se non hai un centesimo, perché devi fa un corto? Ma chi te l’ha ordinato il dottore? Fai un’altra cosa no? Una bella passeggiata, una frittura di pesce per gli amici, una mongolfiera, qualcos’altro basta che non mi fai lavorare gratis per una tua cosa! Se non ci sono i soldi non si fa, semplice, oppure potrebbero dare a tutti un po’ di meno e si verrebbe pagati come si deve. No, sarebbe troppo giusto. Se non si lavora con un po’ di pepe al culo e con qualche rimpianto, non siamo contenti. Ma invece di corti “no budget” sono piene le bacheche e purtroppo gli attori continuano a voler lavorare gratis… Poi dice uno deve fa la gavetta… qui s’è fatto anche le pentole, i tegami, i coperchi e tutta la batteria di pentole! Si potrebbe mettere su con Mastrota una tele vendita continua!

 

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